lunedì 31 gennaio 2011

Il derby è solo di Rimini

Legadue - 18.ma Giornata (28/01/2011)
Immobiliare Spiga Rimini-Marcopoloshop.it Forlì 100-91

IMMOBILIARE SPIGA RIMINI: Lollis 11, Tomassini 13, Eliantonio 7, Gasparin, Filloy 29, Gurini 2, Vukcevic 19, Piazza 4, Roderick 15. N.E. Metreveli. All. Caja.
MARCOPOLOSHOP.IT FORLÌ: Toppert 14, Goldwire 13, Poletti 2, Borsato 11, Gordon 24, Ranuzzi 2, Nardi 16, Campani 2, Lestini 7. N.E. Zamagni. All. Di Lorenzo.
Arbitri: Di Modica, Cappello, Quarta.
Note - Parziali: 26-30; 54-53; 80-69. Usciti per falli Nardi, Goldwire e Roderick. Prima della palla a due Ylenia Mulazzani ha cantato l'Inno Nazionale, mentre durante l'intervallo insieme a Christine Joan Johnson è stato interpretato il brano musicale "CRABS WHAT’S UP NOW". Spettatori 3.200 circa.

IL BIANCOROSSO che vince è quello di Rimini, ma Forlì può uscire dal derby a testa alta, con la consapevolezza che giocando così, con questo spirito e con la ‘qualità aggiunta’ dei recenti innesti, potrà far svoltare la sua stagione. I Crabs portano a casa il match pur rinunciando nell’intera ripresa a Vukcevic, infortunato: vale a dire al leader che nei primi 20’ ne aveva già imbucati 19.
UN MATCH comunque vibrante, appassionante, con il 105 Stadium che presenta davvero un gran colpo d’occhio, merito pure dei 5-600 tifosi ospiti. In avvio è Forlì la più lesta ad accendersi. Corrono, i ragazzi di Di Lorenzo, trovando buonissime soluzioni in transizione, con Toppert e Gordon che non sbagliano un colpo. Rimini resta comunque in scia, con Filloy inattesa ‘prima punta’ (già in doppia cifra il gaucho nel primo quarto). Il ritmo della gara è quello che la Marcopoloshop.it predilige, si gioca ventre a terra e la difesa riminese in tante occasioni non riesce neppure a schierarsi. Difesa poi morbida anziché no, senza nulla togliere ai tambureggianti 10’ iniziali di Goldwire e compagni. Anche quando mette mano alla panchina, poi, Di Lorenzo trova sempre intensità, ottimo l’impatto di Nardi, 8 punti in un amen.
L’ELASTICO si dilata fino al +8 Forlì (33-41), quindi i Crabs cominciano a risalire la china. Vukcevic è abilissimo a sfruttare i mis-match favorevoli, con efficaci penetrazioni fino al ferro. Prende pure parecchi falli, l’esterno serbo, e dalla lunetta è una macchina. Il vento cambia, sul parquet: e Gurini, con una doppietta ai liberi, porta davanti i biancorossi di casa (46-45, 3’38’’ al riposo).
Punteggio che nelle proporzioni non cambia, a metà gara: problemi di falli, alla pausa, solo per Tomassini, 3 penalità in appena 8’. Una curiosità: in 20’ Forlì ha ‘fatturato’ l’intero raccolto del derby dell’andata.
RIPRESA e Vukcevic, complice un infortunio, rimane seduto. Non una bella notizia per coach Caja, che già non dispone dell’influenzato Foiera. Ma i suoi ‘superstiti’ adesso ci sono, fiammate di Roderick, soprattutto ‘zampate’ di un clamoroso Filloy, che continua a imperversare dall’arco e sotto misura. E’ proprio una bomba del gaucho – la quinta! – a far lievitare in doppia cifra il vantaggio dei granchi (79-69, ma pesano per Rimini i 4 falli di Roderck). Il match entra nel suo ultimo periodo e Forlì si rifugia nella zona. Scelta saggia, che argina l’attacco dei Crabs, costretti a sparacchiare senza costrutto dalla distanza con Piazza e non solo. E il match si riapre, Marcopoloshop.it a risalire con foga nonostante Goldwire abbia terminato (per falli) la sua prova. L’esuberante Nardi porta Forlì a -2 (87-85), tripla al platino di Tomassini e ancora due possessi a dividere le squadre. Ormai si gioca sui nervi ed è ancora ‘Tom’ a piazzare ‘mattoni’ pesantissimi nella costruzione del successo nel rovente finale, sue le iniziative che mettono in ginocchio una Forlì comunque generosa, volitiva, che non vuole arrendersi a un altro, amaro verdetto.

Alberto Crescentini - Il Resto del Carlino



Cliffs of Dover - Eric Johnson

lunedì 24 gennaio 2011

Naturhouse Ferrara-Immobiliare Spiga Rimini 69-76

Legadue - 17.ma Giornata (23/01/2011)
Naturhouse Ferrara-Immobiliare Spiga Rimini 69-76

NATURHOUSE FERRARA: Hoover 7, Farabello, Cournooh 2, Boyette 18, Kotti 16, Ndoja 15, Mazzola 9, Lechthaler 2. N.E. Gamal, Brandani, Massari. All. Martelossi.
IMMOBILIARE SPIGA RIMINI: Lollis 12, Tomassini 5, Filloy 5, Foiera 2, Gurini, Vukcevic 34, Piazza, Roderick 18. N.E. Eliantonio, Gasparin, Metreveli. All. Caja.
Arbitri
: Ursi, Ciano, Ranaudo.
Note - Parziali 13-19; 35-37; 56-55. Antisportivo Roderick . Prima della gara il presidente Mascellani ha premiato l’ex bianconero Foiera. Presente in tribuna il presidente di Legadue Marco Bonamico. Spettatori 2.200 circa, incasso euro 15.210.

LOTTA, soffre e illude. Poi sul più bello, in un infuocato rush finale, la Naturhouse getta alle ortiche una vittoria che aspettava solo di essere colta. Sbagliano in tanti, ma è difficile dimenticare la sciocchezza di Hoover, che dopo una gara incolore si schianta come un pivello contro Filloy e commette sfondamento, o l’errore della difesa estense che si dimentica di Lollis e gli regala due punti facili facili. Il fiocco lo confezionano forse gli arbitri che, applicando alla lettera il regolamento, fischiano antisportivo a Boyette, ma in fondo è giusto così, e l’amarezza è davvero tanta.
La cronaca. L’avvio di Ferrara è promettente: Boyette inizia col piede giusto, poi Rimini sistema l’attacco e innesca Lollis (5’ 7-12). Buon per i padroni di casa che funzionano gli uno-due Farabello-Kotti, ed i punti del lungo tengono a galla una Naturhouse che però fatica troppo e non riesce ad essere pericolosa. Martelossi prova a mischiare le carte, butta in campo Hoover, appiccica Cournooh a Roderick e cerca di rendere la manovra meno prevedibile. Il killer continua comunque ad essere Lollis, che trova canestri anche nel traffico e regala la prima sirena ai romagnoli (13-19). Il secondo quarto si apre nel segno di Ndoja, che con 5 punti rilancia Ferrara e quando Hoover mette la bomba, Caja è costretto al time out (13’ 23-24). Ferrara però insiste e rimette la testa avanti con Mazzola (17’ 31-25): un fuoco di paglia sul quale soffiano forte Vukcevic e Roderick, che firmano un parziale di 12-4, spengono la fiammata estense e rilanciano Rimini, che va negli spogliatoi nuovamente in corsia di sorpasso (35- 37).
DOPO il thè Lollis torna in cattedra: prende rimbalzi, segna e Rimini vola (21’30” 35-41). Il riscatto estense non si fa attendere ed è firmato da Ndoja e Mazzola, che impattano il match (44-44) e non fosse per le bombe al vetriolo di Vukcevic, ci sarebbe da divertirsi. Ferrara comunque tiene la cottura e sulla schiacciata di Mazzola la gara è più che mai aperta (26’ 48-49) e da lì fino alla terza sirena si va avanti ad elastico. L’ultima curva si apre con qualche errore di Ferrara e quando la mano fatata di Vukcevic si scalda, Rimini torna avanti (34’ 60-62). Ma dura un attimo, poi Cournooh e Kotti alzano la posta e rilanciano. Per Vukcevic è un invito a nozze, accende il vecchio motore da Eurolega e non sbaglia più niente e alla fine Lollis mette anche il fiocco a 1’20” ( 64-69). La Naturhouse usa l’ultimo goccio di benzina per rimettersi in pari a 45” dalla sirena. Poi c’è di tutto: lo sfondamento di Hoover, l’antisportivo di Boyette e i falli sistematici che servono solo a dilatare l’amarezza. La festa è tutta di Rimini.

Stefano Rizzi - Il Resto del Carlino


giovedì 20 gennaio 2011

Malaventura: «In A con Casale»

I monferrini hanno vinto 9 delle ultime 10 gare e sono a 2 punti dalla vetta. E giocano benissimo. L'ex biellese: «Vogliamo salire, il club merita. Deciderà la forma nei playoff»

NOVE vittorie nelle ultime 10 gare disputate. Secondo posto in classifica a 2 sole lunghezze dalle capolista Venezia e Udine. Ma quel che più conta è che allo stato attuale la Fastweb Casale è la squadra più in salute della Legadue. I risultati parlano chiaro, ma non solo quelli. Nello scorso turno contro Casalpusterlengo, i monferrini sono sembrati di una superiorità a tratti persino disarmante, dimostrando di essere una squadra sicura dei suoi mezzi, che gioca un basket efficace, efficiente e che sa pure divertire. Mica male per i tempi che corrono. Un gruppo che funziona a meraviglia, assemblato con cura e sapienza da Marco Crespi e che ha come simbolo Matteo Malaventura, reduce da due stagioni da notti insonni con la Fortitudo. Il tecnico casalese, che lo aveva avuto già due volte con sé a Biella e Pesaro, lo ha voluto a tutti i costi per fare grande la Fastweb. «Sembra banale dirlo - spiega Malaventura - ma il segreto questa nostra bella stagione, almeno finora, è nel gruppo. Ci alleniamo bene e in partita ci cerchiamo e ci aiutiamo sempre. Siamo tutti disponibili e pronti in ogni momento a metterci in discussione. Credo che il nostro valore aggiunto sia l'intensità che mettiamo sul campo. Normale poi che quando i risultati arrivano prendi ancora più fiducia in quello che fai. E il gioco è fatto, ma guai rilassarsi, sarebbe la fine».

CRESPI La Junior è stata costruita in questi anni dal tecnico e manager Marco Crespi attorno a un nucleo di giocatori italiani a cui sono stati aggiunti volta per volta stranieri diversi. Un risultato che nel corso degli anni sta dando i benefici sperati. Tommaso Fantoni è di fatto il miglior centro italiano del campionato, a lui si aggiungono Simone Pierich e Giancarlo Ferrero e i giovani che diventano certezze come il figlio d'arte Stefano Gentile e Stefano Masciadri. «La forza sta anche nel fatto che tutti allo stesso modo contribuiscono. Siamo 10 giocatori 10 e alla fine questo fa la differenza. Se qualcuno ha una serata storta non ci sono problemi, gli altri riescono a sopperire. C'è fiducia e serenità».

GIOCO Non solo risultati. Casale gioca un basket sopraffino, nuovo soprattutto per mentalità, che le permette di sognare la Serie A. «La novità è che a prescindere dagli avversari vogliamo sempre imporre il nostro gioco. Il ritmo, in difesa e in attacco. Certo, qualche aggiustamento lo facciamo, ma piccolo. L'idea è di non adattarsi mai agli avversari. Mentalità che paga. La Serie A è nei nostri pensieri, club e città la meritano. Ma i playoff sono lontani. Conta arrivarci al top della forma».

EFFE Due anni in Fortitudo, un romanzo drammatico scandito da una retrocessione e da una promozione ottenuta sulla sirena finale. «Il rammarico è tanto - conclude Malaventura -. La retrocessione è stata pesante, ma avevo deciso di rimanere lì per la grande passione che anima i tifosi fortitudini. Poi è arrivata la promozione, che emozione. Peccato sia finita, poi. Ma ho girato pagina, con Casale e il suo sogno.
Che è anche il mio».

Giovanni Teppa da "Tuttosport" (Anno 66 - N° 19) di Giovedì 20 Gennaio 2011

mercoledì 19 gennaio 2011

43 Punti di Trent Whiting contro la Snaidero Udine

Legadue - 11.ma Giornata (12/12/2010)
Aget Imola-Snaidero Udine 111-84
Trent Whiting 43 punti (4/8 da 2, 10/12 da 3, 5/6 ai liberi, 7 assist)


Video clip dei 43 punti messi a segno contro la Snaidero Udine (nello scorso mese, il 12 dicembre 2010) da un preciso e scatenato Trent Whiting, classe '76.
L'americano dell'Andrea Costa Imola chiude già il primo quarto con 12 punti con un roboante 4/5 dall'arco dei 6,75 che all'intervallo diventeranno 19.
Nella ripresa il Mormone prende completamente la squadra sulle spalle e trascina i suoi in un incredibile break che porterà l'Aget a chiudere il terzo quarto sul 75-59.
Ultima frazione sempre a senso unico con Whiting infallibile nella sua gara personale, chiuderà tirando con il 70% dal campo ed ottenendo un pazzesco 45 di valutazione.
Indubbiamente un grande campione, oltre che signore. Grande Trent Whiting!

Sweet Disposition - The Temper Trap

domenica 9 gennaio 2011

33 Punti di Luca Pesaresi contro la Fortitudo Bologna

Serie B Dilettanti Gir. B - 12.ma Giornata (11/12/2010)
Angels Santarcangelo-Fortitudo Sg Bologna 88-76
Luca Pesaresi 33 punti (2/2 da 2, 8/14 da 3, 5/5 ai liberi, 30 di valutazione)


Non è da tutti i giorni giocare contro la storia recente del basket italiano!
Imbucare 33 punti contro la Fortitudo Bologna che non più di 6 anni fa guardava il movimento dall'alto dopo aver conquistato il Tricolore, poi non è impresa da tutti...
Seppur nell'ex B2 Luca Pesaresi play/guardia degli Angels Santarcangelo ce l'ha fatta.
La vittoria sportiva di "Davide su Golia" non solo del ragazzo classe '89 ma di un'intera realtà che poco alla volta mira a palcoscenici sempre più importanti e di prestigio.

martedì 4 gennaio 2011

31/5/1998 Kinder Bologna-Team System Bologna 86-77

MAGICO DANILOVIC: VIRTUS ALLE STELLE
di Luca Chiabotti e Andrea Tosi - La Gazzetta dello Sport - 01/6/1998

Non esiste un limite alla grandezza di un giocatore se é veramente grande come Sasha Danilovic, non esiste un limite alla sfortuna se, come la Teamsystem, ricadi ancora una volta nello stesso errore. La Virtus Kinder è campione d'Italia per la 14a volta alla fine della più bella ed emozionante serie scudetto che la gente si ricordi, entra con Milano e Varese nel piccolo olimpo di squadre capaci di conquistare, nella stessa stagione, il titolo italiano ed europeo, un'impresa riuscita l'ultima volta 11 anni fa. Lo deve alla prodezza dell'uomo di tutti i record: Danilovic ha disputato 4 campionati italiani e li ha vinti tutti. Stavolta lo fa con lo scudetto inequivocabilmente già sulla maglia della Fortitudo, avanti di 4 punti a 18" dalla fine, dopo essere stata sempre in vantaggio, anche di 11 punti a -6'38". La favola è quella del campione con la faccia di ghiaccio, che spesso mette tra sé e il mondo una cortina di scortesia, ma che dentro sa tutto del basket, compreso il fatto di non essere stato un fattore in questa serie (complice anche un infortunio), di aver sbagliato i palloni decisivi di gara-1, di aver giocato male come mai in una finale in gara-3 e gara-4, di essere stato quasi negativo per 39'48" di questa ultima sfida: solo 7 punti, 3/10 al tiro, 0/5 da tre. Stava vincendo la Fortitudo ma è arrivata l'azione che ricorderemo per sempre: tre punti più fallo di Wilkins (che ci lascia perplessi non solo per la stupidità: anche in tv non lo vediamo, ma Nique non fa una piega) che riportano la Kinder alla pari. David Rivers si butta come un missile verso il canestro avversario ma perde la palla, Alessandro Abbio restituisce e si fa stoppare da Fucka che poi subisce un fallo (non rilevato) da Binelli mentre Attruia viene fermato dalla sirena. Supplementare, senza Myers: a -2'54", con la Virtus a +1, Danilovic si conquista e segna i liberi del +3, a 1'44" dalla fine realizza l'uno contro uno del +5, a 1'03" dalla gloria piazza il trepunti del +7 e dello scudetto. Totale, 9 punti nel supplementare, 13 negli ultimi 5'18". Incredibile. La storia di Danilovic era troppo bella per non meritare la prima pagina, ma se lo scudetto è della Virtus il merito è di Alessandro Abbio che, dopo aver giocato una serie scudetto da campione, ha riportato praticamente da solo la Kinder in partita sia nella seconda metà del 1° tempo che a inizio ripresa con 10 (dei 16) punti nei primi 8', e di Hugo Sconochini che ha preso per il bavero la Virtus ricaduta a -11 a 6' dal punto di non ritorno, bruciando in contropiede la zona avversaria (8 punti sui 10 bianconeri dal -10 al -3). E poi Nesterovic, 22 anni, ma capace di non sbagliare un tiro in una finale.
Queste cose, Danilovic le sa, rispetta i compagni, sa che la sua gloria nasce da lì.
Di là, oltre il muro che divide Bologna, c'è Carlton Myers impietrito: perde la quarta finale della sua vita, dopo aver disputato un'ottima partita, soprattutto nel 1° tempo (20 punti, 5/8 al tiro, 3 recuperi) ma che non capisce che da solo non ce la farà mai, anche se è immenso. Nei primi 5' si gioca Dominique Wilkins, richiamato in panchina e furioso per non aver visto una palla, soprattutto da Carlton. La Fortitudo perde lì un uomo da 27 mila punti nella Nba che poi gioca una partita assolutamente indecente. Nella Fortitudo è mancato anche David Rivers, cioè il resto dello star system. Super Roberto Chiacig, che scava il primo grande vantaggio Teamsystem (+11 al 10') bilanciando con le sue incursioni in area i tiri pesanti di Myers, e Gregor Fucka, alla migliore prestazione della serie finale, anche se poi sbaglia due liberi, dopo un 8/8, nell'ultimo minuto. Probabilmente è stata la gara meno spettacolare: l'eccessivo talento in campo ha consigliato Ettore Messina e Pero Skansi a usare dose massicce di zona. Ha iniziato la Virtus, a -11 al 10', con una 2-3 che ha dato rimbalzi e contropiede. Al 17', sul 36 pari, Skansi ha messo in campo la sua (non la toglierà più), lasciando a 0 per 3' gli avversari e tornando a +8. A inizio ripresa, l'ex c.t. cambia in una 3-2 e recupera. La differenza è che Messina mischia le sue zone e riesce realmente a difendere mentre la Teamsystem disturba solo un attacco che finisce col 69% al tiro da 2 punti. Cioè, appena sono entrati anche i tiri da 3 di Danilovic, è saltata. Onore alla Virtus ma identico onore alla Fortitudo. Sono parole di rito ma sentite, come è sentito il titolo di miglior coach europeo a Ettore Messina. È italiano, come Abbio, come lo scudetto vinto da una squadra mitica.