giovedì 3 febbraio 2011

Griffin Show

DURANTE L'ESTATE fra "The Decision", trasferimenti di stelle e trade varie, pochi si sono concentrati sul fatto che la stagione 2010-2011 sarebbe stata la prima di Blake Griffin, il rookie dei Los Angeles Clippers, primo uomo scelto nel draft del 2009 dopo i due anni disputati ad Oklahoma. Questa dimenticanza è stata dovuta a due fattori: in primo luogo al fatto che erano diversi quelli che consideravano Griffin un giocatore un po' sopravvalutato e non ancora pronto per avere un impatto forte nella Lega; ed in secondo luogo perché, dopo essersi infortunato al ginocchio nell'ultima partita di preseason della stagione 2009-2010 ed essendo rimasto fermo ai box per tutto il campionato, il suo nome era passato un po' sotto silenzio ed era da un po' di tempo che non si sentiva parlare di lui. Ma Griffin, ala di 2.08 per 115 chili racchiusi in un fisico compatto, fortissimo ma ugualmente esplosivo e reattivo, con qualità atletiche e di salto veramente straordinarie, stava preparando al meglio il suo esordio nella NBA. E non c'è dubbio che, almeno stando a quello che si è visto in questa prima metà di stagione, ci sia riuscito piuttosto bene... Griffin infatti in men che non si dica è diventato non solo il giocatore più spettacolare della Lega, non solo lo schiacciatore più tremendo e continuo, ma anche uno dei migliori elementi e questo nella sua stagione da rookie a poco più di 21 anni e mezzo. Il 32 dei Clippers con le sue schiacciate, i suoi numeri, il suo rendimento altissimo e continuo ha trasformato la seconda squadra di Los Angeles, ha gasato e caricato pubblico e compagni, insomma sembra aver cambiato volto a quella che è la squadra barzelletta della NBA per quel misto di sfortuna ed errori pacchiani che hanno caratterizzato in gran parte i 40 anni della sua storia nelle varie edizioni fra Buffalo e San Diego prima del trasferimento nella metropoli californiana. Una storia fatta di scelte nel draft sbagliate, trade quasi assurde, cambiamenti continui o quasi a livello di allenatori e guida tecnica, ma anche - diciamo la verità - tanta sfortuna con giocatori chiave che si sono infortunati gravemente con una costanza quasi inquietante, vedi i casi di Bill Walton, Danny Manning, Ron Harper ed Elton Brand. L'ex stella di Oklahoma (18.8 punti e 11.8 rimbalzi di media nelle due stagioni con i Sooners con il 61.8% al tiro ed il 58.9% dalla lunetta) è arrivato come una ventata d'aria fresca a rivitalizzare ed a ridare entusiasmo, speranza per un domani importante e ricco di vittorie ad un club depresso, racchiuso nel suo destino avverso, quasi incapace di reagire.
MA BLAKE GRIFFIN non è solo schiacciate, anzi, anche se l'affondata resta la parte più visibile, notevole ed elettrizzante del suo repertorio (primo nella NBA per schiacciate effettuate davanti ad un certo Dwight Howard). Griffin ha dimostrato di saper giocare e di essere un'ala forte completa. Era da tempo che non si vedeva un 2.08 (forse un po' esagerati) come lui, veloce, rapido, reattivo, potente capace di segnare dalla media, di correre come una guardia, ma anche di palleggi dietro alla schiena, virate, cambi di ritmo e direzione in palleggio, appoggi, finger roll, ma anche tiri dalla media, senza poi dimenticare la presenza a rimbalzo difensivo ed offensivo, la difesa fisica ed efficace su ali forti e centri e la grinta che mette in ogni segmento di gioco con sfondamenti presi, tuffi, raddoppi, aiuti e quant'altro si possa chiedere ad un giocatore quasi totale. Blake si arrabbia quando qualcuno gli dice che sa solo schiacciare ed è per questo che sta cercando di variare il suo gioco per essere il più completo possibile, e va detto che l'anno di stop per l'infortunio al ginocchio da questo punto di vista gli è servito parecchio. I suoi punti deboli al momento sono due: la percentuale ai liberi - caratteristica per molti big-man - e la comprensione tattica del gioco che si traduce in una difficoltà a capire cosa deve fare e dove deve stare in attacco e in difesa, ma anche in una scarsa attitudine al passaggio. Ma è giovane ed avrà tempo per migliorare, cosa che comunque sta già facendo. Quello che sorprende ed impressiona maggiormente in lui non sono solo le sue schiacciate eseguite in tanti modi diversi, ma il quoziente di difficoltà delle stesse visto che le effettua indifferentemente partendo dalla linea di fondo, da dietro il canestro, arrivando a rimorchio in contropiede, sfruttando gli alley-oop che gli servono i compagni, ma sempre con azioni a rischio della sua incolumità, fatto che esalta ancor di più non solo i tifosi dei Clippers, ma anche quelli delle squadre della città dove i ragazzi di coach Del Negro vanno a giocare. Ed anche da questo punto di vista Griffin è una manna per i Clippers e per l'NBA perchè Griffin fa vendere i biglietti ed ora le gare in trasferta dei Clips sono quasi un evento.
I NUMERI DI GRIFFIN in questa prima parte di regular season sono super e lo mettono su un piedistallo accanto a rookie che poi hanno trovato posto nella Hall of Fame ed hanno lasciato un segnale nella storia del gioco. Griffin viaggia a 22.6 punti e 12.8 rimbalzi di media in 37' tirando con il 51.5% su azione e con un modesto 61.7% dalla lunetta. Solamente sei rookie in passato possono vantarsi di avere avuto cifre analoghe o superiori alle sue: Kereem Abdul-Jabbar, Elgin Baylor, Walt Bellamy, Wilt Chamberlain, Elvin Hayes e Shaquille O'Neal: decisamente niente male come compagnia! Ma quello che ha lasciato a bocca aperta, oltre alle sue strepitose schiacciate, sono state le sue doppie-doppie a livello di punti e rimbalzi fatte segnare dal 20 novembre al 17 gennaio. Il 19 gennaio contro Minnesota ha chiuso con 29 punti e 8 rimbalzi, poi la striscia è ripresa con altre quattro gare in doppia-doppia che in totale sono 37 su 45 gare giocate. Non male il ragazzo!

Di Stefano Benzoni
"Superbasket" #5 1-7 febbraio 2011 - pg. 42-43



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